Come descrivere questo primo volume della saga di Luca Buggio? Avvincente? Emozionante? No, sono parole troppo riduttive, io direi più che altro geniale.

Ci troviamo nella Torino del 1700 con due personaggi che ci fanno iniziare il cammino tortuoso, Bertina e Gustin, entrambi con storie diverse e con capitoli a loro dedicati ma che si intersecano nel continuo della lettura.

Le redini poi passeranno a Laura, la figlia di Bertina, un’adolescente che della vita conosce ben poco, senza esperienza e sempre tenuta lontana dai racconti di guerra. Una ragazzina immersa nei suoi libri e, a volte, troppo ribelle per capire le scelte della madre.

La vita di Laura però si ribalta da un giorno all’altro e dovrà affrontare un’improvvisa crescita di responsabilità che la vedranno protagonista.
Con al suo fianco Fioreste che non la lascerà mai un secondo, nonostante non sia il padre biologico, è l’unico padre che abbia mai avuto.

Dall’altro abbiamo Gustin, anch’esso vedrà la vita cambiare, verrà arruolato da Groppello per servire il Conte.

Tra briganti, streghe, riti occulti. Questo è un libro che va ad insidiarsi nei misteri profondi e storici di una Torino “infestata” di stregoneria oppure semplicemente di dicerie del paese, questo lo scopriremo solo alla fine della storia.

L’autore descrive ogni particolare in maniera così limpida che quasi ti immagini un film che scorre davanti agli occhi.
Una Torino ben descritta e dei personaggi ben caratterizzati, dal primo all’ultimo.

I termini dialettali Torinesi sono un’altra perla preziosa che Buggio ha inserito nel libro per renderlo ancor più vivo.

La lettura di queste oltre 300 pagine l’ho dovuta assaporare con calma per non perdermi alcun passaggio, per godermi ogni istante e per scoprire cosa si cela davvero in una città ricca di insidie e prossima alla guerra.

Consiglio questo libro a chiunque voglia fare un viaggio nel 1700, tra la storia e la guerra, tra le streghe e l’assassino del coltello, per scoprire un mondo meraviglioso e geniale.

(Arianna)

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“La città delle streghe” di Luca Buggio