Il 13 e il 14 giugno il copione si ripete identico. I cannoni francesi continuano a sparare, e adesso, grazie alle nuove posizioni ravvicinate, iniziano a fare centro: vengono colpite alcune caserme della Cittadella uccidendo sul colpo alcune persone che si trovavano all’interno.

Il 14 giugno si segnala nuovamente per le imprese degli Ussari imperiali. Il reggimento Vislay scopre un’avanguardia francese nei pressi del palazzo del Valentino, fuori città e lungo il Po. Gli Ussari lanciano l’attacco durante il cambio della guardia e, come al solito, diffondono il panico: i francesi devono ritirarsi fino alle loro linee di comunicazione, perdendo lungo la ritirata diversi uomini. Anche gli Ussari contano un morto. E un ferito, il maggiore Juova.

Qualche ora dopo, in piena notte, tocca al reggimento Ebergeny rendersi degno di nota. Il capitano Szabo Gorgely fa un’imboscata al campo nemico e cattura due soldati e un cornetta che fa subito condurre a Torino come prigionieri: lui rimane col resto del suo reparto a cercare nuove opportunità di scontro.

Visto il ruolo così importante assunto dagli Ussari in queste prime fasi dell’assedio merita dedicarvi un po’ di tempo per saperne qualcosa di più.

Gli Ussari erano il reparto di cavalleria “per eccellenza” della nazione ungherese. Visto lo stretto legame tra Austria e Ungheria, si potrebbe dare per assodato che i cavalieri ungheresi fossero tutti inquadrati nell’armata imperiale. Gli ussari erano invece principalmente mercenari. C’era il reggimento di Bercheny (famoso per le sue battaglie contro i turchi nel 1686) che combatteva per la Francia, quello di Locatelli per Massimiliano di Baviera. Nella Guerra di Successione Spagnola, tuttavia, la maggior parte dei reggimenti ussari combatterono accanto agli austriaci. Erano organizzati in squadroni di 200 uomini e seppure non indossassero uniformi regolari erano riconoscibilissimi: indossavano un berretto di pelo,una giacca corta con passanti colorati sul petto, un mantello foderato di pelliccia e pantaloni attillati fino agli stivali. I colori preferiti erano verde, rosso e blu.

L’immagine in cima al post raffigura un ussaro, ed è stata dipinta da Rudolf von Otteneld, un vero appassionato di uniformologia.