Dietro le alte cancellate e gli alberi del giardino del principe di Carignano emerse palazzo Graneri, tre piani di elegante pietra bianca di Gassino e una torretta d’avvistamento.
Il picchetto di guardie scattò sull’attenti al suo passaggio; Gropello ricambiò con un cenno del capo.
«Monsieur, siete atteso» balbettò un cameriere fermo ai piedi della scalinata.
«Lo so.»
«Vi… annuncio?»
Gropello ringhiò: «Sono atteso.»

(la città dell’assedio)

A commissionare la costruzione di questo elegante palazzo fu l’abate Marc’Antonio Granieri, Primo Elemosiniere di corte. La firma è dell’architetto Baroncelli, che fece valere l’esperienza maturata lavorando a fianco niente meno che del Guarini al cantiere di Palazzo Carignano: si riconosce “la mano” del Guarini nella caratteristica “divisione a fasce” della facciata del palazzo.

Il palazzo viene costruito nel bel mezzo della guerra contro la Francia, quella dell’ultimo decennio del Seicento che portò alle rovinose sconfitte di Marsaglia e Staffarda, alla distruzione del castello di Avigliana e al rogo del borgo di Rivoli. Ironia della sorte: l’architetto Baroncelli muore nel 1694, cinque anni prima della sua conclusione. Il proprietario, l’abate Graneri, quattro anni dopo.

Il palazzo segue le regole architettonica dettate dalla corte: una facciata sobria ma imponente, un elegante atrio con i portici, l’ingresso “vero” oltre il giardino, con un corpo centrale e due ali laterali. Un tempo c’era anche una grande fontana nel giardino, oggi scomparsa.
Durante l’assedio di Torino il palazzo Graneri è la dimora del generale Virico Daun, comandante supremo della difesa cittadina. In queste sale si svolgeranno, la sera del 7 settembre 1706, i festeggiamenti per la vittoria degli alti comandi con il Duca di Savoia e il Principe Eugenio.

Sempre nella Sala d’Onore del palazzo Graneri si svolgerà, trent’anni dopo, la cena per celebrare la vittoria della battaglia dell’Assietta. Diventato nel 1858 sede del Circolo degli Artisti, il palazzo ospita la festa di fidanzamento della principessa Maria Clotilde con il principe Gerolamo Buonaparte, annunciato da Cavour, siglando l’alleanza di Casa Savoia con l’Imperatore Napoleone III. Negli anni del Risorgimento il Circolo degli Artisti è un punto di ritrovo di intellettuali e vi fioriscono gli ideali “liberali”.

Dal 2006 è la sede del Circolo dei Lettori.