La recensione di oggi è diversa da tutte le altre fatte sinora: ho avuto il piacere di conoscere l’autore del libro qualche anno fa, ai tempi della sua prima pubblicazione, intitolata “La danza delle marionette”. Già allora apprezzai molto il suo stile e la storia raccontata in quel libro mi piacque molto. Perciò, quando ho saputo della nuova pubblicazione, edita dell’editore La Corte, ho acquistato il libro con grande curiosità e non sono rimasta delusa.
La storia è ambientata nella Torino di inizio ‘700, alla vigilia della guerra con la Francia del Re Sole. I protagonisti della vicenda sono due personaggi: Augusto Graziadei, detto Gustìn, e Laura Chevalier; il primo è al servizio del Conte Gropello, ministro del Duca di Savoia, la seconda è una ragazza giunta in città dalla zona di Nizza, per sfuggire alla guerra incombente. Figlia di un profumiere nizzardo, Laura cerca fortuna con la famiglia, nonostante le avversità occorsele sin dalla partenza del lungo viaggio.
Cosa particolare, i due protagonisti non si incontrano mai, se non per un fugace momento in cui c’è un rapido scambio di battute, ma senza peraltro guardarsi in viso. E questo è un particolare di non poco conto, considerato il fatto che “La città delle streghe” è il primo libro di una trilogia.
La trama si dipana seguendo le vicende dei due protagonisti: da un lato racconta tutte le disavventure di Laura, che sembra essere dotata di doti particolari, a causa dell’essere nata con la camicia: la ragazza, infatti, avrebbe la capacità di riconoscere le streghe ed affrontarle. Una volta arrivata a Torino, la vita di Laura si incrocia con quella di strani personaggi, ma soprattutto con i delitti di alcuni uomini, ritrovati orribilmente mutilati e privati del cuore; la gente del suo quartiere, Borgo Dora, attribuisce la paternità di tali omicidi all’Uomo del Crocicchio, altro epiteto del Diavolo.
Dal canto suo, invece, Gustìn deve ottemperare ai doveri imposti dal suo padrone, che sta cercando nuove alleanze per il Duca di Savoia, per contrastare l’avanzata francese. Così, durante un soggiorno nelle campagne di Avigliana, dopo un incontro con possibili alleati, si ritrova a dover indagare su un omicidio: un uomo massacrato e al quale è stato portato via il cuore. Indagando su questo crimine, il giovane torinese viene così a conoscenza degli omicidi dell’Uomo del Crocicchio…
Mi fermo qui con la descrizione della trama, omettendo volutamente tutti gli altri personaggi e gli intrecci narrativi, perché la storia è ricca di colpi di scena e mai vorrei che il lettore venisse privato del piacere della scoperta.
Consiglio vivamente la lettura di questo libro, perché a mio parere combina in maniera sapiente il romanzo storico con il giallo e l’esoterismo.
Io intanto attendo il seguito!
Arigatou gozaimasu!

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Recensione: La città delle streghe, di Luca Buggio