In una città crocevia del bene e del male, tra sotterranei misteriosi pieni di adepti di sette diverse, si consuma una battaglia tra i lunghi e bui cunicoli scavati sotto la città per ottenere la guida di un luogo già martoriato dall’assedio dei francesi. A Torino, infatti, alla luce del sole e sotto il buio della notte spezzato solo dalla lama di luce della luna si consumava uno scontro tra francesi, aiutati dagli spagnoli, e torinesi. Molti torinesi si facevano guidare dalla fede ed erano sicuri di vincere grazie all’eclisse che aveva oscurato il sole.

Il Re Sole, Luigi XIV, per questo non avrebbe mai vinto. Ma la Cittadella, una fortezza sabauda a forma di pentagono, incassava colpi e con essa i coraggiosi soldati che cercavano di respindere in tutti i modi gli assalti francesi, per evitare che questi ultimi potessero arrivare a sfondare le difese e razziare la città vecchia, medievale e sporca e la città nuova abitata dai signori, le isole e i borghi di Torino. Nel Borgo Dora o Balòn la popolazione cercava di resistere anche se sentivano sempre più vicine le bombe che in certi casi, colpivano le loro abitazioni.

Ma la gente del borgo si faceva forza a vicenda e scattava la catena umana di solidarietà per ospitare persone rimaste senza casa o per spegnere incendi provocati dalle bombe francesi. Laura, una dei protagonisti della storia iniziata con il predente romanzo, La città delle streghe, aiuta come può e molti vicini aiutano la ragazza dall’accento nemico, perché viene da Nizza, nelle faccende di casa e nell’accudire il patrigno malato, dopo aver ricevuto un colpo al cuore. La cattiveria colpì il profumiere fino a fargli perdere l’uso di un lato del corpo.

La guerra aveva fatto perdere a Laura i clienti che non si interessavano come prima ai suoi saponi e alle sue essenze per questo era caduta in disgrazia, ma la ragazza non poteva perdersi d’animo e, incoraggiata, iniziò a creare profumi che trovavano ancora acquirenti nelle signore di alto rango. La situazione era decisamente critica anche se avevano ancora scorte di cibo perché i francesi non avevano chiuso la via dove passavano le provviste, perché i torinesi si aspettavano il peggio per cercare di viverlo e resistergli nel caso fosse arrivato. In questo scenario già avverso, delle forze oscure minavano quel minimo di sicurezza che i torinesi trovavano nella fede. Dopo l’arresto dell’assassino del coltello, rimanevano le apparizioni spaventose de l’uomo del crocicchio e le inspiegabili sparizioni di molte persone.

In questo disastroso quadro si deve muovere un altro protagonista, Gustìn o Agostino Graziadei, salvato dal Conte Gropello dall’angusto carcere, dove stava scontando i suoi errori, perché un brigante poteva muoversi bene come spia. Gustìn aveva dubbi che avessero arrestato il vero assassino del coltello soprattutto dopo il ritrovamento di un cadavere nei pressi della Consolata. Questo romanzo ha più di una situazione aperta tra la guerra, la battaglia intestina tra forze oscure, la paura per le strade e assassini che sembrano non esistere. In mezzo a tutto questo si deve tenere a bada la superstizione che dilaga tra la gente e che potrebbe compromettere la sorta di stabilità che a fatica si mantiene.

Per questo si devono controllare le voci sulle apparizioni, anche numerose, di molti spiriti che dicono di fare attenzione al diavolo che si sta risvegliando. Il lettore rimane senza respiro per la tensione che le varie situazioni creano nella lettura e segue con notevole interesse il susseguirsi degli accadimenti. L’autore oltre a spiegare bene, grazie alla sua scrittura lineare e per nulla pesante, tiene il lettore sulle spine fino alla fine e addirittura dal primo libro della trilogia.

Non è semplice mantenere una forte intensità della storia per due libri di seguito e procurare al lettore un’intensa curiosità che provoca nello stesso diversi stati d’animo. In questo modo il lettore non vede l’ora di sapere cosa accadrà nell’ultimo episodio e se da una parte conosce la storia e quindi sa come andrà a finire, dall’altra vuole conoscere cosa succederà nei cunicoli segreti dove Gustìn ha assistito a cose che il suo intelletto non riesce a spiegare e come andrà avanti la storia d’amore appena nata e già osteggiata da alcuni soggetti. La narrazione scorre veloce, purtroppo, perché si divorano le pagine e si deve necessariamente procedere alla lettura dell’ultimo libro per svelare molti arcani.

Nel frattempo…buona lettura!

(Marianna di Felice)

Qui è possibile leggere la recensione sul blog

La Città dell’assedio

mentre qui lo stesso blog ha recensito il romanzo precedente.

La città delle streghe