Ecco una nuova recensione de “la città dell’assedio” a cura del Blog “Inchiostro Noir“.

Dove eravamo rimasti?

Torino, 1706: la guerra contro la Francia di Luigi XIV è ormai alle porte. Tutte le difese del Duca di Savoia sono cadute: le armate del Re Sole si avvicinano alla capitale del Ducato e la battaglia finale si profila all’orizzonte. I torinesi hanno fiducia nella protezione conferita loro dalla sacra Sindone, custodita nella Chiesa della Consolata e nel segno che tutti hanno visto nel cielo qualche giorno prima: un’eclissi di sole ha cambiato il giorno in notte e mostrato palesemente la costellazione del Toro. Nonostante ciò, francesi e sabaudi si affrontano senza esclusione di colpi. Una nuova ondata di omicidi
Ma neanche la guerra ferma il male che si aggira nelle stradine della Città del Toro: dopo l’arresto del famigerato Assassino dal Coltello, un cadavere è ritrovato mutilato dietro la Consolata. Non volendo che la notizia si diffonda e abbia terribili conseguenze sul morale della popolazione, il conte Gropello (ministro del Duca e capo delle spie) incarica Gustìn di fare la luce su questo nuovo misterioso assassinio. Questo pericoloso nuovo mistero ha un legame con l’Uomo del Croccichio così temuto da Laura, la saponaia francese del Borgo Dora? In questo romanzo, l’autore mette di nuovo i suoi personaggi principali in un sinistro e mortale gioco.

La Guerra? No, le guerre!

Uno potrebbe pensare che La città dell’;assedio sia un romanzo basato sulle varie battaglie che hanno vissuto gli eserciti francesi e sabaudi per la presa e la difesa di Torino. Ci si potrebbe aspettare delle scene ispirate a cronache militari o addirittura alla Guerra di Troia, l’assedio per antonomasia. Ma non è così: quello che più mi ha sorpreso di questo romanzo è di vedere la normalità della vita dei torinesi nonostante le battaglie che infuriavano a qualche chilometro dal centro storico. C’è qualche bomba persa che esplode a pochi metri da una casa, o che ne sfonda addirittura il tetto, ma la gente continua la sua vita quotidiana: i nobili vanno a passeggiare nel pomeriggio, c’è sempre il mercato (purtroppo i negozianti non se la passano bene e Laura fa fatica a
vendere il suo sapone) e la quotidianità è a malapena turbata dalla guerra. Purtroppo, non tutto è rose e fiori; l’;autore ha saputo mostrare tutto quello che si svolge dietro le quinte delle attività militari: le battaglie si decidono nelle sale dei palazzi, le informazioni vanno strappate con ogni mezzo al nemico, il conte Gropello non esita a inviare Gustìn a fare il lavoro sporco. Quest’ultimo personaggio, uno dei due pilastri di questa serie, scoprirà che la guerra tra Francia e Ducato di Savoia copre un’altra guerra, segreta, tra due antiche potenze torinesi. Tutto è un gioco di scatole cinesi e da una dimensione raramente vista nel romanzo storico : quella di una spy-story che fa aprire nuove porte al romanzo, anche quelle più segrete e sorprendenti. Ma come abbiamo visto prima, si tratta anche di un’inchiesta: non solo Gustìn deve scovare i segreti delle truppe del Re Sole, ma ha anche l’ordine di scoprire chi è questo assassino della Consolata: questa nuova disgrazia che tocca la città è forse più pericolosa di mille bombe francesi, perché se la gente ricomincia a morire nelle strade per colpa di uno psicopatico, si crederà che Dio stesso abbia abbandonato Torino e darà un colpo fatale al morale dei soldati e del popolo assediato. Anche lì, l’autore introduce un elemento nuovo nel thriller storico: non la classica indagine per arrestare un assassino, ma per salvare il morale generale della città; una delle armi segrete del Duca per resistere al nemico.

Le guerre e le rivalità

La città dell’assedio non è solo un thriller storico, una spy story e il resoconto delle cronache militari dell’epoca. Questo è un romanzo nel quale i personaggi continuano le loro vite e c’è una progressione logica e naturale dei loro rapporti interpersonali. Laura lavora come saponaia e continua ad occuparsi del suo padre invalido, Gustìn è molto indaffarato, ma ha anche una vita sentimentale assai tormentata. Però, entrambi dovranno scoprire molte cose su loro stessi, riconoscere i loro sentimenti, ammettere le loro paure e non far sfuggire le loro speranze. Non vado pazzo per la dimensione sentimentale in un romanzo di questo genere, ma l’autore ha saputo introdurre un potentissimo lato umano ai suoi personaggi e dinamizzare le loro interazioni. In poche parole, questi personaggi sono realistici: che siano i protagonisti paralleli (Laura e Gustìn), i loro amici e familiari (Alberto, Felice, Fioreste…) alleati o nemici, tutti hanno una personalità profonda e non sono qui solo per i bisogni della storia,, ma perché ne fanno totalmente parte. Naturalmente, ci sono delle rivalità e delle gelosie che approfondiscono ancora di più questi attori del romanzo, ma la malvagità, la follia e la sete di potere non sono trascurate e alcuni di questi personaggi sono veri e propri villain che non hanno niente da invidiare al noir e all’hard-boiled, pilastri sui quali risposa il genere.

Conclusione

La Città dell’assedio è un romanzo interessante: un seguito logico e intelligente a “La Città delle streghe”. La storia si evolve naturalmente, gli elementi storici sono abilmente presentati, le vicende vissute dai protagonisti sono accattivanti e non ci si annoia neanche un secondo. Tutto è molto credibile e l’autore ci riserva qualche sorpresa al livello storico e si tocca anche delicatamente il tasto dell’occulto, dando un nuovo spessore alle trame secondarie. Personalmente, ho apprezzato ogni pagina di questo romanzo e sarei veramente curioso di visitare Torino per ritrovare i luoghi frequentati da Laura e Gustìn: perché questo è uno degli obiettivi dell’autore, farci fare un salto nello spazio e nel tempo per darci la voglia di (ri)scoprire una delle più importanti città d’Italia.

(Yannick)

Ecco il link dove potete leggere la recensione sul blog

Recensione: ‘La città dell’assedio’ di Luca Buggio

mentre qui trovate quella de “la città delle streghe”.