Il 12 agosto 1706 il Consiglio cittadino “ha proposto che questa Città nelle presenti urgentissime contingenze dell’assedio puotrebbe ricorrere all’efficacissima intercessione del Santo Francesco da Paola con particolar confidenza, e particolarmente con elleggerlo per suo comprotettore per avvalorar, et acrescer maggiormente l’universal devotione del pubblico, e confidenza che ha in detto gran santo” (verbali della Congregazione). Si delibera inoltre di cominciare una novena nella chiesa di San Francesco da Paola, per implorare la sua protezione “per ogni maggior felicità della persona di Sua Altezza Reale, e di tutta la Real Casa, e de suoi stati, e sudditi, e massime di questa sua Città, e singolarmente per la liberatione dal presente assedio”.

Come abbiamo già visto, è consuetudine per il Consiglio Comunale prendere decisioni su argomenti religiosi. La separazione tra Stato e Chiesa non è così netta come lo è oggi.

Una particolarità più specifica delle decisioni prese il 12 agosto si nota nell’elenco delle persone e cose che si chiede a San Franceso di prendere sotto la sua protezione. L’ordine dell’elenco riporta in sequenza (1) il Duca (2) la sua famiglia (3) i suoi possedimenti (4) i suoi sudditi. Giusto per ricordare quali sono le priorità dell’epoca!

Sempre nella stessa seduta, il Consiglio ha concesso un’elemosina all’Ospedale di Carità (che dall’inizio dell’assedio ha il compito di raccogliere tutti i mendicanti di Torino, per nutrirli, senza dubbio, ma anche perché il Duca vuole le strade libere e pulite per il passaggio delle squadre di soccorso) e alle famiglie bisognose non accolte dall’Ospedale di Carità.

I verbali della congregazione sono utili per scoprire molti dettagli pratici della Torino sotto assedio, come le voci di spesa sostenute. A giugno e luglio, per esempio, si cerca di mantenere pulite le strade: lo dimostrano i corrispettivi versati al mastro ferraio Giuseppe Carmagnola e al mastro carpentiere Gioanni Carosse per i lavori di “nettezza urbana”.

Nel frattempo ci sono poche novità sul fronte di guerra. I francesi continuano i lavori di trinceramento delle loro nuove batteria davanti al bastione Beato Amedeo e alla mezzaluna di Soccorso. Gli approcci verso l’opera a corno e porta Susina sembrano conclusi e da quelle parti non si assiste più ad alcuna operazione, né di bombardamento né di scavo. In compenso si assiste a un rafforzamento delle truppe francesi posizionate sulla collina e al di là del Po.

L’immagine , tratta da un’incisione del 1750, raffigura San Francesco da Paola.