Il 17 agosto si apre sulla falsariga del giorno precedente. Due batterie francesi bersagliano i bastioni San Maurizio e Beato Amedeo. Le mine torinesi cercano di rallentare e danneggiare il nemico.

La novità di oggi è un’altra. Il comandante francese Duca della Feuillade viene a conoscenza del fatto che il Principe Eugenio di Savoia si è attestato a Reggio nel Modenese e che marcia verso Parma. Non così vicino, ma nemmeno più tanto lontano.

Il panico inizia a diffondersi, tanto che La Feuillade “mandò ordine alla cavalleria ch’aveva distaccato per unirsi all’armata del Duca d’Orleans di ritornare qua in tutta diligenza al suo campo, persuaso ch’ella potrebbe più utilmente servire nella sua armata che in quella del Duca d’Orleans”. (Giornale dell’assedio)
Un’altra perla di incompetenza militare. Il Duca d’Orleans si sta muovendo lungo la pianura per cercare di tenere testa al Principe Eugenio. Il Duca della Feuillade è fermo, impantanato nelle trincee davanti alla Cittadella. Dove sarà più utile uno squadrone di cavalleria?

Nel frattempo il Consiglio Cittadino propone una Novena ai Santi Martiri (Ottavio, Solutore e Avventore), protettori di Torino, nella chiesa dell’Ospedale di Carità. Viene proposta un’altra novena a un altro Santo protettore, San Secondo, con tanto di esposizione delle sue reliquie.

La devozione religiosa gioca un ruolo fondamentale in questo assedio. Non dimentichiamoci gli event che i sono stati interpretati come segni del Cielo: l’eclissi di sole del 12 maggio (il Sole oscurato dal Toro = Dio ci sta dicendo che Torino non soccomberà all’esercito del Re Sole), e il bombardamento di fine luglio sulla Consolata, rimasta miracolosamente intatta (= la Madonna devia le palle di cannone). I torinesi sono davvero convinti di avere il favore divino, e ricambiano con preghiere e novene. L’abate Tarizzo, in uno dei resoconti dell’assedio, scrive:
“Quello stesso spirito di divozione, che si vedeva ne’ Cittadini, ammiravasi assai più nei Soldati. Congregavansi ogni sera sull’imbrunir del giorno quegli del Reggimento delle Guardie di Sua Altezza Reale nella gran Piazza di San Carlo, e prostrati avanti ad un piccolo Altare, che avevano innalzato ad onore di Maria Vergine, la salutavano ad alta voce col canto delle Litanie, o colla recitazione del Rosario. Altri poi nel ritornarsene dalla loro guardia si privavano di quel poco danaro che aveano per darlo a qualche miserabile che lo chiedeva: e non è perciò meraviglia, se in ricompensa d’una sì viva fidanza, e d’una sì rara carità scendessero visibilmente al riparo di tanti infortuni le benedizioni del Cielo, che prendevasi una cura particolare della Città di Torino, dove si conserva da sì lungo tempo nella Santissima Sindone, uno de’ più segnalati pegni della comune Redenzione…”

Oggi però la novena è per San Secondo, martire della famosa Legione Tebea i cui componenti, agli ordini di San Maurizio, si rifiutarono di sterminare alcuni cristiani in quanto cristiani anch’essi. Ricordate questa novena e questo Santo. Non passeranno nemmeno 10 giorni e si tornerà a parlare di lui nel momento più drammatico della battaglia.

L’immagine tratta da wikipedia raffigura, manco a dirlo, San Secondo.