Poco dopo l’alba del 20 agosto, i francesi ricominciano a tirare contro la Mezzaluna di Soccorso.

Non è tutto: i minatori stanno facendo opere di scavo il cui scopo comincia ad apparire chiaro: vogliono raggiungere il fondo del fossato davanti alla mezzaluna, in modo da non doverlo scalare in discesa sotto il fuoco nemico. E’ inevitabile: l’alto comando sabaudo sa benissimo che prima o poi i francesi daranno l’assalto alla Cittadella con le loro schiere di fanteria per approfittare dell’enorme sproporzione numerica.

Come fare per impedirlo?

Non si può.

Si prova a rallentarlo, con i mezzi a disposizione (pochi, perché non dimentichiamo che c’è penuria di polvere da sparo): ma il 20 agosto il nemico si avvicina più di quanto si vorrebbe, e “quantunque si procurasse d’abbrucciare li suoi gabbioni con palle infuocate e con ogni altra sorte d’artifici da fuoco, anche per tenerlo indietro con bombe, pietre, granate e armi bianche, non si poté però in modo alcuno respingerlo”. (giornale dell’assedio).

Il 20 agosto muore per le ferite ricevute uno dei comandanti d’artiglieria francesi, monsieur d’Houville, che non andava molto d’accordo con La Feuillade, e viene rimpiazzato da monsieur de Chatilou. D’Houville non era un fulmine di guerra, d’accordo, ma non era solo per colpa sua se le batterie e i cannoni di Re Sole avanzano così lentamente. C’erano le difficoltà dell’assedio, le mine degli assediati, certo. Ma c’era un’altra ragione che, letta a mente fredda, sembra quasi incredibile. La riferisce nelle sue memorie un contemporaneo francese, il Saint-Simon: il Re Sole pagava gli ufficiali d’artiglieria in virtù del movimento dei cannoni! A fronte di ciò, scrive il Saint-Simon, “non solamente quegli ufficiali venali non capivano niente, ma perdevano tutto il loro tempo a muovere inutilmente le artiglierie e a piazzare male le loro batterie, per mettersi nel bisogno di spostarle, perché da quei movimenti dei cannoni risultava un diritto pecuniario che essi avevano buona comodità di moltiplicare”. Senza parole…

Il 21 agosto i difensori di Torino assistono, quasi impotenti a causa della penuria di polvere da sparo, alle manovre dei Francesi per rafforzare le loro posizioni. In particolare, raccontano le cronache, “Si vedeva che gli assalitori facevano una grand’elevazione di terra alla loro batteria avanti la mezzaluna per poter metter li loro cannoni più alti per colpire bene il piede di detta mezza luna”.

Non potendo rispondere col fuoco, c’è poco da fare se non studiare contromisure difensive. Il Comandante Von Daun ordina di far costruire una “tagliata” tra il bastione San Maurizio e la mezzaluna. Oggi quando sentiamo parlare di tagliata pensiamo a un succulento piatto a base di carne di manzo, ma per i soldati dell’epoca aveva tutto un altro significato. Si trattava infatti di un complesso fortificato il cui scopo era interrompere (tagliare, appunto) un passaggio. In pratica, un muro rafforzato.

Intanto che costruiscono la tagliata, i difensori provvedono alla riparazione, per quanto possibile, della breccia fatta da cannoni francesi tra la mezzaluna e il bastione San Maurizio. Nel frattempo il nemico lavora incessantemente anche a chiudere del tutto la linea d’’assedio dalla parte della collina, da Cavoretto fino alla Madonna del Pilone.

Il fatto che si stiano muovendo in maniera tanto rapida, rispetto ai giorni precedenti, infonde nei difensori un filo di speranza: forse tutta questa fretta è dovuta al fatto che i Francesi hanno saputo che il principe Eugenio e la sua armata di soccorso sono più vicini di quanto a Torino si creda. La speranza dura poco.

Mentre i francesi ricominciano a tirare contro la breccia della mezzaluna con una batteria di 11 cannoni, si diffonde la voce che il Duca de la Feuillade intenda conquistare la città entro il 25 agosto, giorno dell’onomastico del Re Sole (per i Luigi che festeggiano l’onomastico il 21 giugno: non si tratta di un errore. Il Luigi del 21 giugno è san Luigi Gonzaga, quello del 25 agosto è san Luigi IX, re di Francia conosciuto come il Santo e canonizzato da quel Bonifacio VIII che stava tanto simpatico a Dante). Se questa voce è vera, allora per Torino è iniziato il conto alla rovescia che lo porterà alla battaglia più temuta e sanguinosa, quella dove si giocherà il tutto per tutto.

L’illustrazione è tratta dal sito Weapons and Warfare