Continuo l’approfondimento “multimediale” con cui vorrei raccontarvi le mie abitudini di scrittore. Oltre a lavorare sui visi del personaggi per trarre ispirazione sui loro tratti caratteriali, c’è un altro strumento che mi aiuta moltissimo nella fase creativa, ed è la musica. Ascolto musica quando scrivo per entrare nello spirito della scena da scrivere, ma spesso ascolto musica senza fare altro che stare a occhi chiusi e lasciar la mente vagare. Tantissime scene che ho scritto mi sono state letteralmente “dettate” dalla musica.

Oggi desidero far scoprire anche a voi queste musiche: non avete che da seguire i link per essere portati sulla pagina Youtube corrispondente.

Nella Città delle Streghe, a pagina 79, Laura ascolta una ballata occitana: si tratta del celebre Se Chanto, interpretato dai Lou Dalfin, il cui leader Sergio Berardo ha ispirato il personaggio del capocarovana. La melodia ha suggerito la scena di Laura che si addormenta davanti al fuoco piena di tristi pensieri e profonde motivazioni per il futuro.

La prima protagonista di cui voglio presentarvi il sottofondo è la città di Torino. “Secret Melody” dei Two Steps From Hell mi ha regalato un’emozione incredibile, facendomi immaginare una città dalle molte facce, tutte determinate a resistere all’assedio incombente. La musica parte e vedo Borgo Dora, Laura e la sua bottega, lavandaie in riva al fiume, i mulini. Lavorano come se niente fosse, sicuri che Torino resisterà. Come un volo d’uccello raggiungo le Porte di Po, entro nella Città Nuova, tra gentiluomini e dame che si scambiano inchini sotto i portici, promettendosi che rimarranno fedeli al Duca. Infine raggiungo la Cittadella avvolta dal fumo e dalla polvere, tra reggimenti che si schierano, minatori che scavano e operai che erigono barricate, con i generali che osservano e tutti sono pronti a dare la vita perché Torino resista. Ascoltatevi dunque “il tema di Torino“.

Laura ha un suo tema musicale, che trovo adatto a lei perché suggerisce energia, freschezza e dolcezza. Si tratta del Tema del Villaggio di Angelo Branduardi.

Gustìn ha ben due colonne sonore che lo caratterizzano: Deceit and Betrayal degli Audiomachine ne caratterizza sia il lato duro e un po’ malinconico che quello determinato e grintoso dell’uomo d’azione. Inoltre, ascoltando la Leprechauns Dance di Ebunny, mi sono visto davanti agli occhi il Gustìn monello ai tempi della sua infanzia, prima di diventare una spia al servizio dei Savoia: la suggestione è stata talmente forte che ci ho scritto anche un breve racconto.

Ad avere un tema musicale tutto suo è anche Maria Corona. Dall’ascolto della colonna sonora del Codice da Vinci, “The citrine cross” suggerisce prima tutta la malinconia e la dolcezza del personaggio, poi la mostra nel suo sovrannaturale carisma, poi nella sua selvaggia bestialità durante la lotta… eppure sempre venata di una sorta di tristezza.

La maggior parte delle musiche che ascolto per ispirarmi sono colonne sonore di film, spesso caratterizzate da un mood di sottofondo, quindi non vi annoierò facendovi un elenco. Mi soffermo invece su quelle che hanno accompagnato il momento più “caldo” della Città dell’Assedio, ossia il capitolo 23, ambientato nella Cittadella e nelle gallerie di mina e contromina.

Tornate per un attimo con Gustìn al momento del suo incontro con il capitano Bozzolino e con Passepartout, quando avvolti nelle tenebre e protetti dietro i sacchi di sabbia aspettano l’arrivo degli incursori francesi. Fatelo con il sottofondo di “Tavington’s trap” dalla colonna sonora de “Il Patriota”. Se aspettate, vedrete che si arriverà anche allo scontro a fuoco.

Non allontaniamoci molto dalla battaglia e rimaniamo con Gustìn nelle gallerie. Ha sentito una voce nelle tenebre pronunciare le parole “Nous sommes les enfants du Taurus“, e quella voce gli sembra familiare. Si inoltra in un tratto di cunicolo impregnato di fumi velenosi, e a un certo punto vede qualcosa che fa a pezzi la sua razionalità. Come prima, rileggetevi quel momento ascoltando “Rise of the black curtain” degli Audiomachine. Riconoscerete tutti i momenti dello scontro: da Gustìn che si avvicina e sente, a Gustìn che vede con orrore le due fazioni affrontarsi, fino all’arrivo dei rinforzi e all’esplosiva conclusione con quell’ondata di collera immateriale che brucia lontana.

E infine andiamo alle ultime pagine del romanzo. Non dico altro, chi ha letto già lo sa. Sa che c’è tenerezza ma sa che c’è anche tristezza, e perfino una sorta di… ineluttabilità. Bene: questa scena mi è stata letteralmente proiettata davanti agli occhi quando ho ascoltato un’altra ballata di Angelo Branduardi, “il tema di Leonetta“.

Finito qui?

No.

Vi lascio una chicca multimediale che prelude al terzo romanzo in fase di scrittura, ma che rimanda a qualcosa che avete già letto.

All’inizio della Città dell’Assedio, infatti, si vede Luigi Rossotto in azione con un gruppo di operai davanti a una villa diroccata in collina destinata a ospitare qualcosa di molto cattivo.

Come se fosse un trailer cinematografico che invita all’ultimo film della saga, ascoltate “Le Dévoreur” degli Elend (che potrei ribattezzare “il tema del Drago”) e guardate questa immagine.

E preparatevi a entrarci insieme a me, in anteprima al prossimo Salone del Libro di Torino (maggio 2019).