Alla Cittadella si vedono i danni di questi intensi giorni di bombardamenti: “In fatti non vi restava un palmo di terra che non fosse scosso dal fiero bersaglio; eccitava anche ne’ cuori più duri la compassione il gran numero de’ morti che si portavano a seppellire, e de’ feriti ad esser curati negli Spedali”.

In città si organizzano le squadre di volontari per lo spegnimento degli incendi. Vengono coinvolti i brentatori e i falegnami: “Per le presenti ordiniamo et espressamente comandiamo a tutti li brentadori e mastri da bosco commoranti in questa città e suoi borghi, niuno eccettuato, di doversi ritrovare questa mattina all’hora di mezzo giorno sovra la piazza avanti la chiesa di S. Francesco da Paula, consignandosi ivi al signor conte Tarino, per esser impiegati secondo l’esigenza del regio e publico servitio, sotto pena di un tratto di corda da darseli in publico irremissibilmente, escludendo però da tal presentatione e consegna quei mastri da bosco, che sono attualmente applicati nella cittadella et arsenale di questa città”.

Il mezzogiorno del 30 giugno, rendendosi conto che i francesi si sono avvicinati troppo alle fortificazioni, si fa una sortita di 600 uomini tra granatieri e fucilieri. Il nemico è ricacciato indietro con tanta decisione da dare il tempo di demolire buona parte delle opere d’assedio più avanzate. L’incursione costa ai difensori 15 tra morti e feriti, tra cui tre capitani imperiali e un piemontese, ma i francesi perdono almeno 40 uomini tra morti e feriti, tra cui diversi ufficiali.

L’immagine in testa al post raffigura reggimenti di fanteria francese, nelle loro tipiche uniformi, ed è tratta da Pinterest.